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Cosa c’è di nuovo?


Per rispondere alla domanda “Cosa c’è di nuovo?” possiamo dire allora che la fotografia è nuova. Possiamo farlo non perché la fotografia sia una invenzione relativamente recente, né per l’evoluzione costante della sua tecnologia (esistono forme artistiche basate su tecnologie più avanzate); ma perché è costretta a ripetere l’antico mestiere dell’arte: scoprire e rivelare il senso della confusa materia della vita. […] La fotografia è nuova perché è fra le poche arti che, attraverso tutto il XX secolo, sono rimaste legate ai fatti del mondo, all’apparenza concreta di luoghi che ci turbano. In pittura e scultura è stato facile abbandonarsi alla spiritualità o lasciarsi andare alla decorazione. Ma proprio questo grande limite della fotografia – l’impossibilità di fare qualcosa senza avere prima scontato verso il reale un’attenzione rispettosa – mi ha fatto capire che i fotografi non hanno di che preoccuparsi; la fotografia potrà essere sempre nuova, perché la superficie della vita continua a cambiare. Come ogni arte, potrà avere le sue stagioni, ma non sarà mai una moda passeggera più della vita stessa.

R. Adams, La bellezza in fotografia, Torino, Bollati Boringhieri  2006, p. 47

 

Senza titolo

 

 

 

 

 

 

Tommaso Mori, Mad Hatter, 2011

 

In arte niente è banale


In arte niente è banale, e una vera fotografia di paesaggio è una metafora. Se una veduta non è nulla di più della raffigurazione di un pezzo di territorio, l’immagine riuscirà a fermare la nostra attenzione solo per poco; preferiremo allora il luogo in sé, che possiamo percepire e odorare e ascoltare oltre che vedere; eppure, allontanandoci dalla scena, speriamo di poterla ritrovare nell’arte. Questo perché non è facile apprezzare la geografia in quanto tale, e speriamo di ricevere dall’artista qualche indicazione per capire il significato di un luogo. […] Forse riponiamo fiducia nella fotografia di paesaggio proprio perché può renderci chiaro quello che già sappiamo. Una scena è più o meno riuscita per il modo in cui si sovrappone alla nostra esperienza delle condizioni e delle possibilità della vita.

R. Adams in La bellezza in fotografia, pp. 9-10, Einaudi, Torino 1995

M.Buda, BN881, Gallipoli, 2008