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Archivi delle etichette: arte contemporanea e fotografia

stile, forma, mezzo


L’arte contemporanea non si identifica con un determinato “stile” , “forma” o “mezzo”. Gli artisti contemporanei non vengono definiti in base al mezzo con cui lavorano; di fatto molti di loro si esprimono con tecniche diverse a seconda della situazione. Oggi, d’altra parte, lavorare con un determinato mezzo espressivo non significa “accettarlo” nel senso in cui Kosuth affermava che il pittore “accetta” per definizione la pittura. All’epoca del suo saggio Kosuth aveva ragione, ma oggi gli artisti possono impiegare mezzi diversi e perfino sfruttarne gli effetti più virtuosistici senza esserne necessariamente vincolati. A far sì che l’arte contemporanea sia definibile tale è il suo valore epistemologico.

Lewis Baltz, Scritti, Milano, Johan & Levi Editore, 2014

Matthew Porter

 

 

©Matthew Porter, Gap-Phase Regeneration, 2015

 

 

Un’empia frammentazione


In generale l’Encyclopédie è affascinata, a forza di ragione, dal rovescio delle cose; essa taglia, amputa, mette in evidenza, rivolta e vuole passare dietro la natura. Ora ogni rovescio è inquietante; scienza e parascienza sono mescolate, soprattutto al livello dell’immagine. L’Encyclopédie non si stanca di procedere a un’empia frammentazione del mondo, ma quello che essa trova al termine di questo spezzettamento non è lo stato primitivo delle cause pure; nella maggior parte dei casi l’immagine la obbliga a ricomporre un oggetto irrazionale; una volta dissolta la prima natura, un’altra ne sorge, che ha una forma non meno della prima.

Roland Barthes, Il grado zero della scrittura, Torino, Einaudi 2003

 

Maurizio-Anzeri_Dora

 

 

 

 

 

 

 

 

©Maurizio Anzeri, Dora

La scuderia di un gallerista


Per un artista, far parte della scuderia di un gallerista comportava vantaggi concreti, a compensazione di umiliazioni meno visibili: prezzi bloccati alla data del contratto, indifferenti agli incrementi del mercato o peggio svalutati improvvisamente dal gallerista che volesse recuperare liquidità, opportunità di lavoro e di contatti professionali in un recinto chiuso. Non è sempre credibile l’immagine dell’artista sprovveduto, sfortunato e costretto a una vita di stenti; alcune personalità rivelarono una sicura abilità commerciale, come Ozenfant, il quale non si fece scrupolo di manipolare il mercato per ottenere rialzi nella valutazione dei dipinti cubisti. Ma è un noto esempio del cinismo del mercato la progressiva lievitazione dei prezzi che le opere di Modigliani conobbero dopo la morte precoce dell’artista: disagi esistenziali e tragedie familiari servivano a mostrare il volto umano di un’avanguardia di cui si era sempre stigmatizzata la maschera ferina, accrescevano l’interesse del pubblico, collocavano l’artista fra i nomi storici dell’arte contemporanea, consolidavano le quotazioni, dissimulando sotto un velo romantico una spregiudicata operazione commerciale.

Federica Rovati, L’arte del primo Novecento, Torino, Einaudi 2015

 

Mannikko

 

 

 

 

 

 

©Esko Männikkö, Untitled, 2004 – 09

La posizione contemporanea


La posizione contemporanea occupata dalla fotografia nell’arte è interessante. L’interesse per la fotografia da parte delle maggiori istituzioni artistiche (e del mercato dell’arte) è cresciuto a livelli esponenziali. Ciò significa che il discorso su arte e critica ha dovuto occuparsi anche di “fotografia”. La diffusione nell’ultimo decennio di libri che si occupano di temi quali arte contemporanea e fotografia o di fotografia come arte ne è la controprova. La nuova centralità della fotografia ha fatto sì che la pittura non sia più il mezzo espressivo dominante tramite il quale viene teorizzata l’arte contemporanea, anche se, al pari di ciò che faceva in precedenza la pittura, la fotografia tiene aperto il dialogo con la scultura e le altre forme d’arte, video, performance e installazioni.

David Bate, Il primo libro di fotografia, Torino, Einaudi 2011

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©Sophie Calle, dalla serie Take Care of Yourself, 2007